IL METODO

METODO MGA LOMBARDIA

 

       

* * * LE BASI DI UN METODO DI AUTODIFESA * * *

L'ESPERTO DI AUTODIFESA "
VALUTA L'ATTACCO COME PRIMA OPZIONE MA LO TIENE COME ULTIMA SCELTA?

UN BUON METODO DI AUTODIFESA DOVREBBE ESSERE COMPOSTO DA ALCUNI PRINCIPI 
LOGICI  BASANDOSI SOPRATTUTTO SULLA PREVENZIONE, CONOSCENZA DELLE
POTENZIALITA' FISICHE DEL CORPO UMANO ED ALCUNE CONSIDERAZIONI SULLA 
BIOMECCANICA DEL CORPO UMANO, AGGIUNGENDO DELLE TECNICHE PER  AMPLIARNE E FACILITARNE L'EFFICACIA NELL’APPLICAZIONE.  
I 5  PRINCIPI CHE COMPONGONO UN BUON METODO DI AUTODIFESA      1 ) PARTE VISIVA        La parte visiva mi permettere di individuare e riflettere le problematiche della situazione        in cui mi trovo, la mia posizione rispetto ad una eventuale aggressione, sia verso la mia        persona o ad altre persone, quale pericolo può incorrere la mia presenza in quel momento,        che possibilità ho di evitarlo, in base a cosa posso modificare e quantificare il livello di        pericolo, come posso e in che modo posso difendermi o difendere, da chi o da che cosa.   2 ) PARTE SENSORIALE        La nostra superficie cutanea è un insieme di recettori, oserei dire un unico sensore, oltre        che permettere di percepire le informazioni che provengono dall’ambiente, percepisce        come nel caso della difesa personale se qualcuno mi tocca o esercita una pressione sul        mio corpo, questo fattore è molto importante perché va oltre la parte visiva, mi dà la        possibilità di percepire dove e come mi toccano senza bisogno di vedere, nello stesso        momento mi dà la possibilità di reagire in modo efficace e istintivo, agendo con rapidità       anche in ambienti bui.   3 ) EQUILIBRIO       L’equilibrio del corpo umano ci permette di muoverci in posizione eretta, sono due i       Principali sistemi di equilibrio, essi informano su movimento e posizione della testa,       tronco, e pressione plantare in rapporto alla verticale gravità, uno percepisce le       accelerazioni angolari per contro interviene sull’equilibrio dinamico e non interferisce       sul tono muscolare, l’altro percepisce le accelerazioni lineari e agisce sulla regolazione       posturale e sul tono muscolare, queste informazioni comparate alle informazioni       propriocettive ci permettono di conoscere la posizione del nostro corpo, in qualsiasi       momento, pertanto è molto importante in caso di aggressione sfruttare lo spostamento       in senso angolare o rotatorio e non lineare.   4 ) PARTE MECCANICA E DINAMICA      Il corpo umano per mezzo di tendini e gruppi muscolari, tramite le articolazione e le leve      può spostarsi e muoversi in diverse direzioni, modulando sia la velocità che la forza      ( potenza ) , dovendoci muovere per vivere, in base al nostro tenore di vita effettuiamo dei      movimenti, alcuni in modo molto ripetitivo, altri poco ripetitivo, soprattutto con gli arti      superiori braccia e mani, questo ci permette di meccanizzare e memorizzare dei movimenti      che si possono definire quasi automatici e involontari, in caso di aggressione le gambe, le      braccia e soprattutto le mani usate come pinze afferrano, impugnano o colpiscono, usate      sia dall’aggressore che dall’aggredito, pertanto sapere come usarle è molto importante      più di un’arma stessa.   5 ) DOLORE      Il corpo umano tramite un sistema di recettori trasforma il dolore in diversi stadi, se il     dolore è lieve, la risposta sarà solo di sofferenza con poca reazione neuromuscolare, se      il dolore è forte ma poco diffuso, la risposta sarà di reazione neuromuscolare intensa e     di blocco momentaneo muscolare diffuso, con una riduzione di movimento significativo,     se il dolore è forte e diffuso con lacerazione sopraggiunge la perdita di coscienza o la morte.      In caso di difesa da un’ aggressione è importante conoscere i punti cruciali e la tecnica del      provocare dolore, senza oltrepassare i limiti in base alla proporzionalità dell’evento.       Conoscere la macchina umana vuol dire capire come si muove quali sono le potenzialità e      i suoi limiti;  i tre recettori universalmente riconosciuti (  l'orecchio interno , l'occhio vista, e la
    superficie cutanea ) con la biomeccanica e il dolore, compongono un insieme di capacità
    straordinarie, modificandole e ampliandole con tecniche di difesa, studiate appositamente
    per condizionare la fase di aggressione, ci permettono di sfruttare a nostro favore
    il movimento aggressivo di presa o di percussione dell’aggressore.       L’apprendimento e lo sviluppo di queste tecniche sono di facile assimilazione e molto     pratiche anche con soggetti poco allenati perche ripercorrono gesti e movimenti comuni    della vita quotidiana , se si scompone il corpo umano, la testa, due gambe,due braccia
    e le mani  possono essere utilizzate per colpire in varie direzioni, le mani con duplice
    funzione oltre che ha colpire vengono utilizzate come pinze che possono afferrare con
    modulazione di forza e intensità, con l'apprendimento di pochi schemi si possono fare
    tantissime applicazioni e direzioni.        Queste sono le mie considerazioni nell’applicazione di un metodo di autodifesa che ha delle     basi logiche, senza la presunzione di diffondere idee di invincibilità, ma la consapevolezza    che in base ad un’analisi personale; chi sono, quali rischi posso incontrare in base al mio     tenore di vita, quale prevenzione devo adottare per ridurli, se sono o posso essere un    soggetto a rischio come mi devo preparare per poter affrontare una possibile aggressione.    Per quanto sopra descritto ritengo che l’autodifesa si possa dividere in tre fasi .                                              PREVENZIONE - AGGRESSIONE - DIFESA      Rispettando la prima fase possiamo dire di aver risolto al 90% il problema.                                         Quindi …. È meglio giocare d’anticipo           M° Giuliano Invernizzi